mercoledì 5 ottobre 2011

Quale corpo macchina?

Abbiamo parlato del rapporto simbiotico tra fotografo ed attrezzatura in termini molto generali, senza dare alcun consiglio su cosa effettivamente utilizzare. Questo perché la fotografia è un arte di rappresentazione visiva e come tale non può essere limitata all'utilizzo di alcuno strumento specifico.
Possiamo però affrontare il problema ponendolo su una scala temporale: se si entra nel mondo della fotografia con l'intenzione di apprendere, migliorare e crescere tanto tecnicamente quanto artisticamente, infatti, sarebbe meglio rispettare una "scaletta di priorità" nell'acquisto dell'attrezzatura, che permetta di percorrere questo viaggio nel migliore modo possibile. In questo e nei prossimi post percorreremo insieme questa scaletta, facendo luce sulle reali priorità finalizzate alla qualità, ma con un occhio ben aperto sul portafoglio :-)
Partiamo quindi dal corpo macchina:
Sistema: reflex, mirrorless, compatta, rangefinder, polaroid, lomo, medio formato, digitale, analogica, etc., la lista potrebbe scorrere quasi all'infinito. E' mia opinione che il sistema migliore per cominciare sia la offerto dalle reflex digitali. Un corpo macchina reflex, infatti, garantisce il massimo della flessibilità se comparato agli altri sistemi elencati in precedenza, ha generalmente il miglior rapporto qualità/prezzo, permette risultati professionali se accoppiato ad ottiche di livello. Una reflex digitale, insomma, pone pochi limiti creativi e tecnici al suo possessore, che quindi può cominciare ad apprendere e sperimentare, cercando con calma di capire quale sia il campo fotografico che più lo interessa/soddisfa.
Marca: oltre a Canon e Nikon consiglio di prendere in considerazione anche Sony, con cui lavoro da anni. Eviterei invece Olympus (per il sensore 4:3 che limita molto i grandangoli e lo sfocato), Pentax (caro ed un po' limitato in termini di parco lenti) e Sigma (limitato nella qualità delle lenti che può montare).

Modello: dove possibile lascerei stare le super entry level (tipo Canon 1100D, Nikon D3100 o Sony A290-390 per intenderci), orientandomi subito su una macchina di livello intermedio (tipo Canon 600D, Nikon D5000 o Sony A560-580) o magari semi-pro (tipo Canon 50D, Nikon D7000 o Sony 700, 850 o 900). Meglio un usato garantito anche vecchio di due anni di classe superiore che l'ultimissima macchina di classe inferiore. Non fatevi ingannare dalle caratteristiche tecniche. La Canon 1100D può sembrare sulla carta mille anni luce avanti alla vecchia 40D, ma non è vero, anzi, la 40D vince di molte lunghezze (c'è anche un videoblog di Digital Revolution che dimostra proprio questo fatto), così come la Sony alpha 700, nonostante l'età, resta il mio secondo corpo macchina preferito. Il fatto è che le semi-pro sono costruite per chi lavora e non per attirare gli inesperti: funzionano meglio!

Dimensione del sensore: "size matters", più è grande più ci piace. BUUU per il 4:3 di Olympus, OK gli APS-C, stupendi i Full Frame. Torneremo in un altro post sul ruolo della dimensione del sensore, ma è importante ricordarsi che su questo fattore si deve investire il massimo che si può.

Risoluzione del sensore: chisseneimporta! Non è una caratteristica da prendere in considerazione nella scelta della macchina. La spiegazione del perché richiede un post a parte, ma sappiate che l'aumentare dei pixel non produce necessariamente immagini più risolute e che a volte può produrre l'effetto contrario. Diciamo che su un sensore APS-C risoluzioni da 10-12 Mpx vanno benissimo. Su un full frame si può andare un po' più in la... 24Mpx!

Comportamento del sensore agli alti ISO: molto importante, ma anche complesso. Ci torneremo in un post separato. Però possiamo farci un'idea di massima vedendo la...

Massima sensibilità del sensore (ISO): che sia almeno di 3200 reali e non interpolati. 6400 meglio. Sopra potete fotografare i fantasmi.

Punti di messa a fuoco: boh! Io ho sempre usato solo il centrale e la messa a fuoco manuale, per la quale però è indispensabile un ampia...

Dimensione del Viewfinder: ossia del vetrino attraverso il quale si guarda. Questo è molto importante, anzi direi fondamentale per ottenere composizioni accurate.

Attacco PCSync: necessario per connettere via cavo la macchina a qualsiasi flash da studio o altro sistema da sincronizzare con lo scatto. Averlo rende possibile, qualora lo si voglia, lavorare con luci da studio. A meno che non odiate i ritratti o non abbiate la fobia per le luci da studio, è meglio averlo.

Frequenza di scatto continuo: importante nella fotografia sportiva ed in certe situazioni nel reportage. Utile anche nei ritratti ad animali. Almeno 3 scatti al secondo, meglio 5.


Massimo numero consecutivo di scatti: ossia il buffer della macchina. Questo dipende molto dalla risoluzione del sensore e quindi sensori non eccessivamente rimpinzati di pixel permettono un numero più ampio di scatti in continua. Almeno 5 scatti in continua, meglio 10.


Voigtlander Bessa R2 Detto questo, poi dovete impugnare la macchina che avete scelto e vedere come ve la sentite, come ci guardate attraverso, come navigate nei suoi menu, come operate i suoi comandi. Ogni casa ha una sua filosofia (ed in questo senso io sono innamorato dell'ergonomia delle macchine Sony, in gran parte copiata dalle mitiche Minolta) ed un parco utenti. Bisogna provare per capire. E' però importante tenere a mente che i parametri fondamentali, quali ISO, apertura, tempi ed esposizione possano essere controllati in modo semplice e rapido, senza richiedervi un pellegrinaggio attraverso labirintici menù di impostazione. Non a caso gli apparecchi destinati all'uso professionale hanno pulsanti e ghiere dedicati specificatamente al controllo di questi ed altri parametri, proprio al fine di garantirne al fotografo un accesso immediato.

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